mercoledì 16 giugno 2010

Signoraggio: il divertimento continua

Ho trovato questo divertente documento di tale Luis (vedi qui) che vuol confutare il mio pdf.

Commenterò la parte scritta da Luis, in rosso, che riporto.

Qui l'autore torna a ripetere che qualcuno ritiene che la Banca Centrale vende le banconote, mentre come già detto le usa per acquistare titoli.
Infatti l'autore afferma che le banconote sono uno strumento per pagare, quindi la Banca Centrale crea dal nulla uno strumento per pagare con cui paga i titoli del debito.
I titoli di Stato vengono rimborsati alla loro scadenza, quindi anche se qualcuno preferisce dire che la banca "vende" le banconote (piuttosto che dire che "acquista" i titoli), è chiaro che se le fa pagare in un momento successivo.
Quindi l'autore, che non sembra essere un ignorante, quando afferma: "se la banca vendesse le banconote non aumenterebbe la quantità di monetatenta in circolazione", tenta solo di prenderci per i fondelli con dei giochi di parole.

Ovviamente non ho mai scritto che la Banca vende moneta. Anzi ho scritto chiaramente (paragrafo 1.2) che non vende moneta.

Luis ha letto ma non ha capito e non trovando il banodolo della matassa dice che tento di prendere il giro il lettore con giochi di parole. Confuso e infelice.

Continua a non capire nulla anche qui:

Come ho scritto sopra la Banca non vende le banconote, le usa per acquistare titoli di Stato.
Chiunque può acquistare titoli di Stato. Un cittadino per acquistare titoli di Stato spende la sua ricchezza; la Banca Centrale pure; con la differenza che il cittadino lavora per ottenere la moneta con cui acquista i titoli di Stato, mentre la banca stampa la moneta con cui li acquista.
Quindi c'è motivo eccome di immaginare un reddito di cittadinanza; basta immaginare che siano i cittadini ad usare la moneta creata dal nulla dalla Banca Centrale per fare i propri acquisti e non la banca stessa.
Inoltre quando la banca recupera la moneta emessa, ne deve emettere dell'altra; sarebbe sufficiente dirottare la moneta con cui lo Stato paga il debito, verso le tasche dei cittadini, senza dovere per forza emettere nuova moneta. Semplicemente la parte di tasse usate per pagare il debito andrebbe a creare il reddito di cittadinanza.

Non ha compreso la differenza tra la Banca che compra titoli e il cittadino che compra un salame. Comprando titoli, la Banca non compra un bene qualsiasi destinato al consumo, come un salame.

Se le banche centrali emettono moneta con le modalità note è proprio per evitare che la moneta emessa serva a comprare beni e servizi, generando inflazione.

Quindi l'idea del reddito di cittadinanza è una fantasia destinata a restare tale.

Niente da dire, questa è la definizione ufficiale di reddito da signoraggio.

Meno male.

Io proporrei quest'altra definizione: il signoraggio è la facoltà di emettere moneta utilizzando la moneta emessa per fare i propri inverstimenti. Come già detto: come il cittadino investe in titoli di Stato, lo fa anche la banca, con la differenza prima rilevata.


Se ognuno si inventa la definizione che preferisce io suggerisco questa: il signoraggio è la balla preferita dai creduloni.

Faccio notare che anche se il capitale emesso non fa parte del reddito da signoraggio, fa parte del debito dello Stato che lo deve restituire alla banca tassando i cittadini. Quindi che il capitale emesso sia o meno reddito per la banca, resta il fatto che i cittadini vengono espropriati del loro reddito per pagare il debito alla Banca Centrale

Se il capitale è reddito, dice Luis. Ma o è capitale o è reddito, cose ben diverse. Se poi il capitale non fosse reddito, come recita una delle due ipotesi (sia o meno reddito, scrive l'autore), come si può concludere dicendo resta il fatto che i cittadini sono espropriati del reddito? Se non è reddito è ovvio che non si può espropriare del reddito. Un'evidente contraddizione.

Ciò che fanno i paesi “ragionevolmente sviluppati” è esattamente ciò che viene ritenuto sbagliato da chi si occupa di signoraggio bancario.

Quanto scrive Modigliani è assolutamente vero ed è il cuore della perversione del sistema: lo Stato non stampa moneta ma emette obbligazioni che la Banca Centrale acquista con la moneta che stampa a costi irrisori o che non stampa proprio. Gli altri soggetti che acquistano i titoli di Stato non hanno la facoltà di creare dal nulla la moneta che utilizzano per l'investimento.
In sostanza oggi a differenza da quanto accadeva fino al 1981, la Banca Centrale non è obbligata ad acquistare i titoli emessi dallo Stato, ma li acquista solo se lo vuole.

Appunto... Modigliani ha ragione.

Tanti sono i fattori che determinano l'inflazione, uno di questi è la quantità di moneta presente sul mercato, ma non è il nostro caso perchè di moneta in questo momento non ce ne troppa, ce ne troppo poca.
Le aziende infatti non vendono i loro prodotti perchè i cittadini non hanno abbastanza moneta per acquistarli. Il motivo per cui i prezzi di detti prodotti sono alti è da ricercarsi nella pressione fiscale e nella misura in cui i produttori sono indebitati con le banche commerciali. Con l'aumentare della pressione fiscale, dovuto al continuo indebitarsi dello Stato nei confronti delle banche e di altri soggetti, aumenta anche il costo dei prodotti perchè produttori e commercianti scaricano le loro spese sul prezzo.
Se oltre ad essere pesantemente tassati i produttori e i commercianti sono indebitati con le banche per una moneta che le banche creano dal nulla, ecco che i prezzi aumentano senza sosta.
Certamente non si può stampare la moneta senza limiti, ma ciò non significa che non si debba necessariamente generarla generando debito.

Qui non si contesta quel che scrivo, ma si sbaglia comunque: se le aziende non vendono facilmente i prodotti, sono costrette a diminuire i prezzi.

Questa parte della trattazione dell'autore anonimo, vuole solo contestare quanto sostenuto da Della Luna nel suo Euroschiavi.

No, questa parte (sulla riserva frazionaria) non è una risposta a un libro -che non ho letto- di un dentista e un avvocato. Riporta la spiegazione del premio Nobel Samuelson offerta nel suo manuale.

Non prende minimamente in considrazione ciò che è il fondamento del problema, ovvero il fatto che le banche prestano moneta che creano dal nulla.

Infatti non creano base monetaria dal nulla! La base monetaria la crea la banca centrale

Non ha importanza quanta sia la moneta che le banche creano e prestano, resta il fatto che creano dal nulla e prestano ottenendo un interesse.
L'autore non si sofferma a considerare il modo in cui la banca decide di prestare la moneta creata dal nulla. La banca presta solo in base ad una garanzia; la garanzia può essere la promessa del cliente di restituire il prestito (dimostrando di essere in grado di farlo) oppure, una proprietà del cliente. Soffermiamoci sul secondo caso che è il più frequente.
Cosa accade?
Accade che in base al valore della proprietà del cliente, la banca emette moneta che presta al cliente stesso. In sostanza la proprietà del cliente fa da riserva integrale (e non frazionaria) per la creazione della moneta che gli viene addebitata.
Ovvero il cliente viene espropriato della sua proprietà e viene indebitato di altrettanto.
Certo finchè si ritiene che ciò sia giusto... non c'è nessun problema.

Descrivo quel che succede davvero (citando le fonti) ed evito di confondere la banca centrale che crea base monetaria con le banche commerciali che moltiplicano la moneta. Il resto (garanzie, interessi ecc) non è rilevante per descrivere quel che succede da un punto di vista economico.

Quando lo stato spende più di quello che incassa è costretto ad indebitarsi perchè non ha più la facoltà di emettere moneta. Come fatto notare più sopre dall'autore stesso, non è detto che un aumento di moneta sia una cosa negativa, anzi può essere necessaria. L'autore ancora non ha spiegato perchè la nuova moneta deve essere necesariamente emesa a debito dello Stato e della collettività. Ovvero non ha spiegato perchè la Banca Centrale ha il diritto di emettere moneta utilizzandola per acquistare titoli come se fosse sua.

Ho spiegato chiaramente che non si emette a debito e che la banca centrale emette moneta perchè se la moneta fosse emessa dallo stato l'inflazione sarebbe alle stelle. Si veda il paragrafo 2.2

Ciò non significa nulla, l'emissione di moneta genera sempre debito. Non importa se in un dato momento il debito nel suo insieme cresca o diminuisca, la moneta emessa viene sempre prestata dalla banca, quindi genera debito

Se l'emissione di moneta generasse sempre debito, come sostiene Luis, il debito salirebbe quando si emette moneta. Tesi smentita dai dati da me riportati nel paragrafo 4.3.

Chi vorrebbe accollarsi un debito di 20€?? Certamente nessuno che sapesse che una banconota da 20€ rappresenta un debito.
Ma la banconota lo è in quanto per farla circolare lo Stato si indebita con la Banca di emissione. Il debito lo Stato lo paga poi con le tasse dei cittadini; quest'ultimi quindi non si rendono conto di avere per le mani un debito perchè tale debito lo pagano indirettamente attraverso le tasse, ma anzi hanno la percezione di avere per le mani un credito perchè con le panconote possono acquistare dei beni.
Certo che è paradossale! I banchieri sono riusciti con un gioco di prestigio ad incorporare in uno stesso oggetto materiale due fattispecie giuridiche contrapposte: il debito, ovvero l'obbligo di cedere (al creditore: la banca) e il potere d'acquisto, ovvero il diritto di ottenere (beni).

Se avessero incorporato un debito e un potere d'acquisto perchè parlare di moneta-debito?

Se poi fosse moneta-debito nessuno la vorrebbe, come spiegato. Luis si contraddice. Per lui la moneta produce debito ma anche no, perchè possiede un potere d'acquisto.

“La sostituzione del debitore non è possibile senza il consenso del creditore”, infatti la Banca di emissione tratta solo con lo Stato; è lo Stato il debitore e noi solo per suo tramite.

Se la moneta fosse un debito, si indebiterebbe chi la possiede, come pensa lo stesso Luis. Che di fronte al codice civile, che io ho citato, cambia idea: non è più un debito di chi la possiede ma dello Stato.

Ovvero: il debito sarà sempre maggiore della moneta emessa.
I cittadini pagano tasse per permettere allo Stato di rimborsare il debito e, stando a quanto dice l'autore (che probabilmente ha ragione), il capitale restituito viene distrutto.
Perchè?
Per quale motivo il capitale emesso deve essere restituioto alla banca che ne emette altro a debito, invece che essere utilizzato dallo Stato per le sue spese e rimesso in circolazione in questo modo?
Domande così banali che al nostro preparatissimo e anonimo autore non vengono in mente.

Non ho mai scritto che la moneta è un capitale. Libera interpretazione. Sbagliata.

Ovvero: le banconote basate sulla riserva aurea erano delle false cambiali.
Il fatto che fossero però definite e considerate come cambiali, legittimavano le banche a emettere moneta addebitandola.
Chiunque crei una falsa cambiale viene indagato per truffa, ma il sistema bancario internazionale no, loro possono.

Mai parlato di cambiale. Un'altra deduzione errata su cui costruisce castelli in aria.

Innanzitutto, se lo Stato avesse la facolatà di emettere moneta, non dovrebbe emettere titoli. Ma nel caso in cui li emetta bisogna rilevare la differenza, già messa in evidenza in precedenza, tra i vari acquirenti. Come dice l'autore chi acquista un titolo presta un capitale allo Stato; ma mentre il cittadino quel capitale lo ha guadagnato, la Banca Centrale lo ha creato dal nulla.
Perchè è legittimo conferire questo privilegio alla Banca Centrale?
L'anonimo autore di questo non parla.

Appunto. Se non ne parla cosa mi contesta? Quello che non ho scritto, come successo diverse volte

La sentenza non è stata cancellata perchè l'attore non si è presentato, ma fondamentalemente per tre motivi:
1) Un vizio di forma, per cui l'attore ha citato la Banca d'Italia come Banca Centrale d'Italia considerandola una diamazione della BCE, cosa che non è.
2) Perchè essendo la politica monetaria dell'UE gestita dalla BCE, un giudice nazionale non ha nessuan competenza in materia.
3) Perchè la scelta su come strutturare il sistema monetario compete agli stati e non ai giudici.

Che non si sia presentato è un fatto. E potrebbero anche scegliere avvocati capaci.
Inoltre nessun giudice di pace ha accettato e teorie strampalate di questa gente, eccetto quello di Lecce. Un motivo ci sarà... L'eccezione del giudice di Pace di Lecce e i motivi per cui certe teorie non sono state accolte non dimostrano naturalmente che le teorie sono fondate.